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Aumentano fatturato e addetti, mentre sono ancora pochi i talenti: ecco il settore informatico pugliese

L’Osservatorio IT ha condotto un’analisi quali-quantitativa delle aziende associate al del Distretto – assunte come campione rappresentativo delle circa 1.000 imprese dell’IT pugliese – analizzato il sistema dell’alta formazione pubblica in Puglia, l’offerta di competenze e il gap tra domanda e offerta di lavoro. Per approfondire quest’ultimo punto è stata condotta una ulteriore indagine su un consistente campione di studenti pugliesi e delle regioni limitrofe (Molise, Puglia, Basilicata, Calabria e Campania) di età compresa tra i 18 e i 25 anni.

Il settore IT in Puglia

Tra il 2016 e il 2017 sono aumentati del 6% sia il fatturato (superiore al mezzo miliardo di euroche il numero di addetti impiegati nelle imprese del Distretto (oltre 5.000). Le aziende associate hanno una dimensione tendenzialmente superiore rispetto alla media nazionale: il 44% ha un numero di addetti compreso tra 11 e 50 e il 31% supera i 50.

Il mercato maggiormente rappresentativo è quello delle Banche e Finance (25%), seguito da Sanità (14%) e Telecomunicazioni e media. Le imprese generano il 78% del fatturato entro i confini nazionali, il 13% in Puglia e solo il 9% in Paesi Ue o extra-Ue.

Le aziende associate tendono ad essere accomunate dagli stessi obiettivi di crescita di lungo periodo basati sulle attività di ricerca e innovazione ed è elevato il livello di percezione e di ‘appropriabilità’ della conoscenza disponibile a livello locale. Molto spesso le attività di R&S delle imprese coinvolgono Università ed Enti di Ricerca (36% delle volte), poi da consulenti e professionisti indipendenti (24%) e imprese fornitrici (15%).

La formazione delle Università pugliesi in ambito IT e i profili professionali richiesti

Il numero di iscritti ai corsi di laurea del settore IT negli atenei pugliesi è passato da 3.653 unità dell’anno accademico 2014/2015 a 3950 di quello 2016/2017. L’incremento maggiore in quegli stessi anni è stato registrato dal Politecnico di Bari che nell’anno accademico 2016/2017 ha segnato un +16,5%. L’aumento è ovviamente causato da un costante aumento delle immatricolazioni (dalle 746 dell’a.a. 2014-2015 alle 937 dell’a.a. 2016/2017) e si è riflettuto in un incremento dei laureati, che sono passati dai 365 dell’anno accademico 2013/2014 ai 553 dell’anno 2015/2016.

In generale, le lauree triennali di informatica e ingegneria informatica prodotte da Università degli Studi di Bari, Politecnico di Bari e Università del Salento riescono a coprire la maggior parte dei profili professionali richiesti, mentre è più specialistica su alcune professioni la formazione delle magistrali. Dei 550 giovani laureati dalle Università pugliesi ogni anno, 400 sono potenzialmente assorbibili dalle aziende associate, quindi l’offerta risulta sottodimensionata rispetto alla domanda.

Nel biennio 2016-2017 un terzo degli addetti assunti è dato da analisti programmatori (33,7%), seguono i profili addetti all’help desk (12,3%, questa professionalità viene formata solo da una delle lauree triennali del Politecnico di Bari), gli sviluppatori web (10%) e gli analisti di sistema (9,3%).

Per il biennio 2018/2019 le aziende del Distretto prevedono un incremento di 869 addetti (+8,4% su base annua). Le professionalità più richieste in questo periodo sono analista programmatore e sviluppatore web. In crescita gli esperti in sicurezza.

L’information technology tra formazione e lavoro
Questa nuova ricerca, che si somma alle due precedenti, già contenute nello scorso report, è stata condotta su due gruppi di giovani tra i 18 e i 25 anni, uno formato da studenti delle università pugliesi, l’altro da ragazzi residenti in Puglia, Molise, Basilicata, Calabria e Campania.
Sono stati analizzati i percorsi scolastici e universitari scelti, la propensione a continuare gli studi a Sud e i motivi alla base di questa scelta.
In particolare, sono state analizzate le motivazioni che spingono i giovani laureati in informatica a scegliere una destinazione lavorativa e che dovrebbero diventare oggetto di valutazione strategica da parte di imprese e istituzioni: le maggiori possibilità di crescere professionalmente, retribuzioni più elevate, una migliore qualità della vita, la possibilità di lavorare in realtà aziendali più grandi e strutturate, le maggiori possibilità di fare carriera. Il 77% dei pugliesi, comunque, ha affermato di voler trovare lavoro in Puglia.