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Nel 2020 il mercato digitale perde il 2,4%: la pandemia colpisce anche uno dei settori vitali in questo momento storico

Per effetto della pandemia nel 2020 il mercato digitale perderà il 2,4% in Puglia, scendendo appena sotto i tre miliardi di euro, e il 3,1% in Italia (con un valore totale di circa 70 miliardi), interrompendo il trend di crescita costante degli ultimi anni. Nonostante non si sia mai fermato durante il lockdown e abbia tenuto in vita le principali attività socio-economiche del Paese negli ultimi difficili mesi, quindi, anche il settore ICT è stato colpito dalla crisi. La ragione di questa flessione sta soprattutto nel fermo di molte attività produttive e commerciali, che hanno dovuto drasticamente ridurre la domanda di software, dispositivi e contenuti digitali, rinviando questi investimenti al 2021. Questa battuta d’arresto ha colto di sorpresa una regione che era alle prese con un costante recupero del gap digitale. È questo, in sintesi, il quadro del mercato digitale in Italia e in Puglia rappresentato oggi nel corso di un webinar organizzato dal Distretto Produttivo dell’Informatica pugliese e dalla Sezione Terziario Innovativo e Comunicazione di Confindustria Bari.

L’andamento del mercato digitale è stato illustrato da Giancarlo Capitani, presidente di NetConsulting cube, sulla base dell’ultimo rapporto Anitec-Assinform. Capitani ha evidenziato come il 2019 ci abbia consegnato una regione ancora in ritardo nella digitalizzazione, ma con un mercato in crescita seppur lenta.

Lo scorso anno, infatti, l’ICT pugliese risultava in aumento dell’1,7% rispetto al 2018, mentre il grado di utilizzo del web da parte delle imprese si attestava solo al 35,3% rispetto a una media nazionale del 49,9% e meridionale del 36,6%. Inoltre, l’infrastrutturazione della banda larga era all’87,3% rispetto al 94,5% dell’Italia e al 92,6% del Sud mentre l’indice di diffusione dei siti web nelle imprese raggiungeva il 50,4% contro il 72,1% nazionale e il 57,9% del Meridione. Con un’incidenza sul totale nazionale del 4,3%, l’ICT pugliese ha un peso ancora ridotto, ma nello stesso tempo riserva ampi margini di crescita.

La pandemia ha reso evidente come alcune innovazioni siano improrogabili sia nelle imprese che nella PA e il report di Anitec-Assinform – ha commentato il presidente del Distretto Produttivo dell’Informatica pugliese Salvatore Latronico – dimostra che questo è quanto mai necessario per la Puglia. I dati evidenziano carenze strutturali del sistema che potranno essere risolte solo con una strategia sul digitale coordinata e condivisa a livello regionale. Serve una crescita della domanda, ma ancora di più una politica industriale, necessità sulla quale il Distretto sta richiamando l’attenzione del governo regionale. D’altronde, la Puglia è la regione nella quale operano alcune eccellenze del settore, attorno alle quali si sta creando una virtuosa filiera di imprese e di promettenti start up”.

“Il rallentamento della crescita del mercato ICT Pugliese non ci sorprende – dichiara Stefano D’Ascoli vicepresidente della Sezione Terziario Innovativo e Comunicazione di Confindustria Bari BAT– perché la pandemia ha ridotto la propensione agli investimenti da parte delle aziende maggiormente colpite. Le imprese ICT pugliesi, a fronte di una iniziale e rapida risposta organizzativa che ha consentito loro di continuare a lavorare su commesse già acquisite, nel medio periodo hanno subito una riduzione degli ordinativi con conseguente calo della produttività”.

“Questa pandemia – ha concluso Gianni Sebastiano, componente del Comitato Direttivo e past-president del Distretto – ha dimostrato quanto la digitalizzazione sia necessaria alla società contemporanea: interi comparti produttivi sono rimasti in attività grazie alla banda larga e alle applicazioni che la utilizzano. La Puglia ha un vivaio molto attivo di imprese specializzate in tante declinazioni dell’ICT e in grado di esprimere ancora molto potenziale, fortemente connesse, come sono, al mondo della ricerca e all’università. Si tratta di aziende oggi impegnate sui più importanti digital enablers – come la cyber security, l’Internet delle cose e l’intelligenza artificiale, che possono diventare una peculiarità della nostra regione. Proprio sulla cyber security il Distretto ha avviato importanti progetti destinati ai comparti spazio, turismo, sanità, pubblica amministrazione”.